martedì 22 novembre 2011

FANGORIA #133 june 1994 - Il Corvo RECENSIONE di Michael Gingold

 


Il Corvo, la lungamente attesa versione del fumetto di James O'Barr, non è strettamente parlando un film dell'orrore, potrebbe essere definito un film d'azione dark. Il corvo è un film noto in cui Brandon Lee ha perso la vita in uno "strano incidente" una tragedia intensificata dal fatto che Lee mostra qualcosa che va oltre i suoi precedenti film d'azione. Nella storia c'è anche un'ironia e una risonanza: come fuori dallo schermo, al cinema Lee interpreta un promettente giovane artista (un musicista rock Eric Draven) falciato via proprio quando stava per raggiungere l'apice. Qui, lui è la vittima di un quartetto di malvagi teppisti che violentano ed uccidono la sua fidanzata Shelly e lui ritorna dalla tomba pretendendo vendetta che è presentata come una ricerca per placare la sua inquieta anima (il film porta una dedica per entrambi Lee e la sua fidanzata Eliza Hutton). 

Nell'adattamento al grande schermo della semplice storia di O'Barr, Schow e il co-sceneggiatore John Shirley si sono liberati della filosofia che impantana il fumetto senza perdere la sua umanità. Gli sceneggiatori approffondiscono due personaggi minori di O'Barr Albrecht, un polizziotto che sta vicino a Shelly morente nel letto di ospedale e che assiste alla vendetta di Eric,  e Sarah, una bambina di strada di cui Eric e Shelly si sono occupati. Entrambi riconoscono Eric come un vigilante che terrorizza i criminali locali e vedono attraverso il suo sgargiante make-up l'umanità che ancora esso possiede. Ma Il Corvo è lontano dal personaggio pensieroso e introspettivo, al suo cuore, il film è suggestivo, a volte un thriller esplosivamente violento, che suggerisce una versione di batman di John Woo.

Il direttore Alex Proyas prova di essere uno dei pochi specializzati nei video musicali che ha un futuro reale nell' arena dei film, rendendo il veicolo del suo stile pulsante un tutt' uno con la torturata e frammentata psiche di Eric. 
Il vistoso montaggio e le colorate immagini all'inizio sembrano esistere focalizzando l'interesse ma presto diventa chiaro che c'è un personaggio e una storia a cui fare attenzione. 

Come detto precedentemente Lee diventa un attore con Il Corvo. Fa vivere interamente il personaggio e convince rapidamente che lui è infatti la creatura della notte. Interpreta il tormento di Eric con delle emozioni reali e... non sorprende  che sia abbastanza adatto alle scene d'azione. Si scorge la sua grazia atletica, come la velocità e i balzi sui tetti e quando arriva la violenza fisica mostra equamente un combattimento corpo a corpo impressionante e di utilizzare entrambi le mani nei scontri a fuoco. Il suo risultato proviene per prima dal personaggio e dall'azione per secondo. E nonostante il fatto sia morto 8 giorni prima della fine delle riprese nè la sua interpretazione nè il film sembrano in nessun modo incompleti.

Un personaggio che è andato perduto è il Skull Cowboy, un'entità scheletrica che da dei consigli ad Eric, interpretato da Michael Berryman sotto un estensivo make-up di Lance Anderson.
Queste scene sono state cancellate da Proyas durante la postproduzione e con le scuse a Berryman e Anderson, il cui lavoro sembra stato enorme. Il film è migliore senza. 

Una letterale supernaturale reincarnazione sbalzerebbe via il prudente bilanciamento tra la soprannaturale presenza di Eric e il crudelmente reale mondo abitato. Hudson e Davids sono solidi nel supporto ma i caratteri secondari, i criminali, sono più vivaci di quanto uno si aspetterebbe.
Capitanati dalla faccia familiare di Michael Wincott come Top Dollar, questa galleria di mascalzoni è un gruppo pauroso che trae piacere dal caos solo per divertimento (il film incorpora la sindrome reale di incendi recentemente riportata nelle aree urbane durante "la notte del diavolo" , la vigilia prima di Halloween).
L'azione è direttamente ed eccitantentemente allestita e il film sembra formidabile, con stupende immagini catturate dal cinematografo Dariusz Wolski particolarmente in un momento quando Eric abbozza un corvo in fiamme come suo biglietto da visita, un modello di lavoro di Dream Quest che fa colpo.

Grazie la colonna sonora di Graeme Ravell e una serie di canzoni speed-metal di artisti come Helmet, Nine Inch Nails e qualcosa chiamato My Life With The Thrill Kill Kult , il film sembra fantastico.

L'unica delusione reale viene verso la fine dove i realizzatori del film soccombono nella convenzione di allestire un elettrizzante finale che manca al fumetto, completo con un personaggio rapito e tenuto in ostaggio dai cattivi, un paio di altre situazioni convenzionali e un cambio mal pensato nel personaggio di Eric.
Portando Eric e il film sulla terra, questo modo è uno sfortunato errore, in un film che altrimenti possiede un leggendario feeling, che va oltre le convenzioni del cinema di azione.
Ciononostante  la scena di lotta è allestita  da mozzare il fiato e le scene di chiusura sono incancellabili e commoventi portando il personaggio di Eric a chiudere il cerchio in un modo in cui aumenta la risonanza della tragica scomparsa di Lee.

Sebbene il film ha abbastanza bene successo come un pezzo di genere violento, Il Corvo è anche il definitivo tributo al potere della memoria e della capacità di ricordare il superamento della morte fisica. In quanto tale, si spera resti un potente tributo a Lee.






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