sabato 19 novembre 2011

Rapid Fire - Il film








 

Nel 1992 esce Rapid Fire, un film d'azione dove Brandon interpreta un ruolo da protagonista scritto su misura. Lo stesso Brandon prima  della sua scomparsa stava trattando con la 20th century fox e lo sceneggiatore di Rapid Fire la possibilità di interpretare un nuovo film con un nuovo personaggio.
Per la prima volta Brandon ha coreografato tutte le scene di lotta, che contengono alcuni elementi dello stile di Jeet Kune Do del padre.

Brandon interpreta Jake Lo  uno studente cino-americano che ha perso il padre eroicamente, agente di polizia, durante gli scontri di piazza Tien-An-Men. Inavvertitamente assiste ad un assassinio legato al proficuo traffico di droga tra Cina e Stati Uniti, gestito da rispettivi boss locali.
Unico testimone, viene posto sotto custodia del FBI, ma si troverà braccato oltre che dalla malavita anche da una nutrita schiera di agenti corrotti.
Situazione pericolosissima, se non fosse per il fatto che Jake è un esperto di arti marziali (il padre era anche insegnate di kung-fu). In più, può avvalersi dell'appoggio di un poliziotto di Chicago, Mace Ryan. I delinquenti che ce l'hanno con lui pensano di avere il gioco facile, ma avranno pane per i loro denti.
Le scene della scuola sono state filmate nel Occidental College di Los Angeles.

Nel film Brandon dimostra genuine abilità d'azione, con un fascino diretto alle sue formidabili abilità di arti marziali, che come alcune recensioni giornalistiche hanno sottolineato, è superiore al fascino espresso dal padre che restava largamente al di sotto della straordinaria grazia che portava ai suoi movimenti di kung fu. 
Per il figlio le arti marziali sono un aspetto della sua personalità e non la ragione d'essere che era per suo padre. 

Il perno del film è il coinvolgimento graduale nella relazione tra tra Jake e il severo poliziotto di grandi principi Mace Ryan. Siccome Jake si sposta dall'essere un testimone ad essere protetto dalla squadra di Ryan, controvoglia dovrà affrontare il fatto che Ryan è un uomo molto simile a suo padre. Rapid fire non riguarda solamente dei bravi ragazzi che acchiappano i cattivi ma un giovane uomo che scopre attraverso il padre surrogato che c'è un significato nella perdita della vita del proprio padre.
Brandon Lee interpreta un ragionevole giovane normale uomo che trova se stesso in una circostanza straordinaria. C'è una scena con l' FBI dove Jake Lo inforca un tipo, quella era la prima volta che avesse mai ucciso qualcuno nella sua vita, e non lo aveva pianificato. E' solo successo d'istinto. E' questo che Brandon ha voluto in tutto il film, lui non è un poliziotto. Non è un supereroe. E' solamente un ragazzo impigliato in queste circostanza e che si augura di poter tornare a casa. Brandon ha anche aggiunto che la situazione di Jake è simile alla situazione che lui stesso ha vissuto dieci anni prima in cui si trova a gestire la perdita traumatica del padre e come si sente in base a ciò che non è stato risolto.

Un film molto personale per Brandon perchè ha scelto i movimenti allestendo le scene di arti marziali, incorporando i movimenti che derivano dai film che lo hanno inspirato di più ed applicando la stessa dedizione che utilizzava suo padre esclamando "Lui avrebbe messo assieme queste sequenze estese che non hanno avuto un taglio ...questa era la ragione per cui erano così grandiose perchè ti fanno veramente sentire la  fluidità del tutto" e continuando "Mi piacerebbe mostrare Rapid Fire a mio padre, sono orgoglioso che abbiamo compiuto una struttura per la formula azione-avventura". 
Lo stesso Rapid Fire, gli ha permesso di apprezzare maggiormente quale era il processo che il padre ha attraversato per fare quello che ha fatto nei propri film.
Brandon  puntualizza che quando si ha l'opportunità di coreografare il film si può essere molto creativi con quelle sequenze, si è realmente rimbalzati da  niente piu che la propria immaginazione e il proprio atleticismo.
Nel film ci sono numerose scene di lotta con un buon uso di oggetti (calciare la ringhiera, calciare il tavolo sulla faccia della gente...), caratteristica a cui Brandon ha attinto dai film di Hong Kong e che di rado si osserva nei film americani.


Brandon pensava che il genere azione-avventura funzionasse solo se ci si preoccupa dei personaggi affermando "se l'eroe non fa un certo tipo di percorso non ci sono rischi, e senza rischi non ti preoccupi se lui vive o mure, vince o perde. A livello dell' azione sicuramente mi piace, e' fresco, differente, interessante. Ti preoccupi dei personaggi. Non è uno scontro violento. Le persone che fanno quel tipo di film sono generalmente interessati all'azione. Pensano che quello sia ciò che farà sedere le persone e potrebbero  aver ragione per tutto quello che so. Ma non è quello che  mi spinge. Avrei avuto l'opportunità di fare molti brutti film di arti marziali e me li sono lasciati sfuggire. Ciò che mi piaceva  in Rapid Fire era la storia non è Driving miss daisy o Being there,  ma penso sia un film onesto. Penso che i personaggi siano onesti, hanno del cuore , fanno un viaggio dall'inizio alla fine del film penso che ci sia veramente l'opportunità di occuparti di quelle persone e quello è ciò che dovrebbe essere."

Rapid Fire lancia Brandon Lee come nuova star delle arti marziali che può muoversi plausibilmente oltre l'orbita dei film d'azione. 



Leggi QUI la recensione su Rapid Fire 
di Kevin Thomas, Los Angels Times

Guarda le foto QUI del film Rapid Fire





Il testo qui riportato deriva da un'estesa consultazione bibliografica in lingua inglese.
 
The text here reported comes from an extensive english bibliographic reference 


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