sabato 26 novembre 2011

MARTIAL ARTS LEGENDS SPECIAL COLLECTOR EDITION giugno 1994 - Brandon Lee era un uomo tutto d'un pezzo di Caroline Yie









Caroline Yie intervista Brandon a Parigi in occasione della promozione per il film Rapid Fire 


Caroline Yie: 

Tuo padre morì quando avevi 8 anni. Hai dei ricordi precisi della tua vita con lui?

Brandon Lee:

Bruce Lee è stato un buon padre. Era un uomo molto impegnato ma cercava sempre di trovare del tempo per occuparsi della sua famiglia. E' vero che la carriera di mio padre ha avuto una grande influenza nella mia vita. Perfino quando ero molto giovane la mia vita è diventata una questione di pubblico esame perchè ero il figlio di mio padre. All'inizio per me non è stato facile averci a che fare ma ho cominciato ad accettarlo un po per volta. Sai per me essere il figlio di un attore famoso era classico dell'infanzia, pensavo fosse così per tutti i bambini. Ora, sono molto orgoglioso di mio padre e sono sempre felice quando le persone mi parlano di lui. Perfino, 20 anni dopo la sua morte, ancora si ricordano di lui e lo amano. Non è come se io fossi il figlio di un assassino ! Ho ancora dei ricordi precisi del tempo che ho trascorso con lui ma non voglio parlarne con la stampa. Penso che dovrei tenerli per me, è solo tra lui e me, e dovrebbe rimanere privato.

CY:

Consideri il nome di tuo padre come un peso nella tua carriera?

BL:

Non penso che a mio padre piacerebbe che i suoi risultati diventassero un peso per le spalle del figlio. Mi ci è voluto un paio d'anni per comprenderlo ma quando l'ho fatto non ho permesso a me stesso di essere sopraffatto dalla personalità di Bruce Lee o dalla sua fama. Se avessi un figlio vorrei trovasse la propria strada per essere felice. Ho dovuto aspettare di essere adulto per essere in grado di accettare la fama di mio padre senza soffrirne.

CY:

Come definiresti il Jeet Kune Do, il metedo di lotta di tuo padre?

BR:

Mio padre ha semplicemente mixato molte tecniche esistenti per trovare un proprio stile. Era abituato a dire che stava usando l'essenziale di ogni tecnica per avere un modo personale di lottare. Ed era solito a chiamare questa arte marziale Jeet Kune Do. Quando morì uno dei suoi allievi diventò il mio insegnante. Il Jeet kune Do era la concezione di mio padre delle arti marziali, che sarebbe dovuta scomparire dopo la sua morte. Non la stava esattamente insegnando ai suoi allievi ma stava dando loro alcune nozioni in modo che loro potessero trovare il proprio stile di lotta.

CY:

Pensi che dovresti difendere il Jeet Kune Do ?

BL:

Non penso che sia il mio ruolo. Mio padre prima di morire ha avuto molti allievi e penso che siano loro a dover perpetuare il jeet kune do.

CY:

Quando hai deciso di diventare un attore?

BR:

Da quando ero un bambino volevo lavorare nei film. Mi sento fortunato di poter iniziare una carriera di attore. E' grandioso realizzare il mio desiderio di essere un attore e di essere pagato per quello.

CY:

Hai frequentato qualche scuola di recitazione?

BR:

Ho deciso di non terminare la scuola all'età di 17 anni per iniziare a frequentare lezioni di recitazione con Lee Strasberg a Los Angeles. Poi ho preso lezioni di teatro al college prima di andare a New York dove mi sono unito ad una compagnia teatrale chiamata Illegal Aliens. Ora sto ancora prendendo lezioni e dopo il mio prossimo film d inizierò a recitare in una nuova opera teatrale chiamata "In Doubt". Ho sempre una gran voglia di provare nuove esperienze.

CY:

Lavori molto ?

BL:

Ero abituato ad esercitarmi ogni giorno ma non lo faccio più. Prima di lavorare in Rapid Fire ero abituato a lavorare per molte ore al giorno alla Inosanto's Martial Academy. E trovavo sempre il tempo per fare diversi tipi di esercizi. Ora lavoro molto solo se ce n'è bisogno per una particolare parte. Il personaggio di Rapid Fire aveva una forma strepitosa. Era solo un uomo molto arrabbiato che aveva perso suo padre e aveva bisogno di fuggire lavorando in palestra. Ad un certo punto ho creduto di interpretare un killer nei Marines in A few good men  di Rob Reiner. Sono sicuro che questa parte avrebbe richiesto un allenamento molto intenso. Mi dispiace ancora di non aver recitato in questo film perchè si è dimostrato grande e amo il lavoro di Rob Reiner.

CY:

Sei un appassionato di film ?

BL:

Quando ero un ragazzo ero abituato ad andare spesso al cinema ed ero influenzato da molti film che ho visto. Amo i film di mio padre per ovvie ragioni, ma sono anche un fan di Martin Scorcese. Mi piace molto anche Mel Gibson perchè è capace di interpretare diversi tipi di ruoli. 

CY:

Come scegli i copioni per i tuoi film ?

BL:

Ci sono molti fattori che mi spingono a dire "si" ad un film. A volte leggo dei copioni meravigliosi e non posso accettare perchè non posso relazionarmi con il personaggio. Quando scelgo di interpretare una parte ho bisogno di trovare un collegamento tra me stesso e il mio personaggio. Se questa relazione non esiste so di rifiutare il film anche se il copione è grandioso. So che non sarei in grado di fare un buon lavoro se mi forzassi ad interpretarlo. Ho davvero bisogno di sentirmi vicino al tipo che dovrei interpretare.

CY:

Sei interessato agli aspetti tecnici della realizzazione del film ?

BL:

Sono interessato in ogni cosa. In rapid fire ho tentato di essere coinvolto in molti aspetti delle riprese e dell'editing (spezzoni film e montaggio) siccome potevo senza metterci un tocco personale ! Fare un film è un lavoro di squadra e voglio capire come funziona.

CY:

ti sei divertito a lavorare nella serie tv kung-fu ?

BL:

E' stato così meraviglioso lavorare con David Carradine e Martin Landau ! E' stata la mia prima esperienza di attore ed ero come un ragazzo in un negozio di giocattoli. Mi è anche piaciuta l'idea di recitarvi, mio padre non è stato scelto per la parte nella serie originale perchè era cinese e a quel tempo era impossibile avere un attore asiatico protagonista principale di una produzione di Hollywood. Penso sia stato un pò ironico che io abbia interpretato il figlio di Carradine !

CY:

Ti hanno offerto di interpretare i remakes dei film di tuo padre ?

BL:

Molte volte, ma non penso sia una buona idea. Mi è anche stato offerto in molte occasioni di interpretare parti destinate a mio padre. Non è davvero una cosa che mi piacerebbe fare. E' sufficientemente difficile far dimenticare alle persone che io sono il figlio di Bruce Lee e che tento di non agire come lui 

CY:

Hai lavorato negli States e ad Hong Kong. Quale ti piace di più ?

BL:

Ad Hong Kong e negli States il modo di lavorare è molto diverso. Ad Hong Kong ogni cosa è folle, non ci sono sindacati, piani e sceneggiature. E' un po come fare dei film di studenti con i tuoi compagni. Ognuno fa qualunque cosa. Non ci sono funzioni definite: un giorno ti occupi delle luci, due giorni dopo reciti e ognuno lo trova naturale perché ogni cosa è improvvisata e non ci sono obblighi di sicurezza come negli States.Mi piace di più lavorare in America perché gli attori e i copioni sono migliori. Sono abituato ad avere dei copioni quando lavoro, sai ! Penso che sarebbe molto difficile tornare e lavorare ad Hong Kong. 

CY:

Sei interessato ai film di Hong Kong comunque ? 

BL:

Amo i film di John Woo. Mi piacerebbe lavorare con lui e non vedo l'ora di vedere il suo film con Jean-Claude Van Damme. Sono anche un grande fan di Sammo Hung e Jackie Chan. I direttori di Hong Kong sono i migliori del mondo tanto quanto le scene d'azione. Nessun direttore americano può fare di meglio.

CY:

Sei pronto a fare un altro film di arti marziali ?

BL:

So che devo fare attenzione con le mie decisioni perché rischio di essere relazionato sempre a quel tipo di ruolo. Sono pronto alla lotta per provare che sono in grado di cimentarmi in diverse cose ed interpretare diversi tipi di parti. Ma amo veramente i film d'azione e sento che nel genere posso portare qualcosa di mio. Probabilmente nella mia carriera farò altri film di arti marziali ma voglio dimostrare che sono capace di lavorare in qualcos'altro. Sicuramente, se Oliver Stone fosse pronto a dirigere un film di arti marziali, non mi preoccuperei di farlo.

CY:

Jean Claude Van Damme ha smesso con film di arti marziali per fare film di pura azione. Ti piacerebbe prendere il suo posto nel mercato delle arti marziali ?

BL:

Le arti marziali sono sempre state parte della mia vita da quando ero un ragazzo. Non credo che la maggior parte dei film che sono mostrati oggigiorno siano veramente film di arti marziali perché non mostrano ciò  che queste disciplina realmente tratta: miglioramento personale e pace mentale. Nella maggior parte dei film le arti marziali sono mostrate per scene violente. Mi piacerebbe fare un film per mostrare il loro vero significato. Mi è stato offerto un film chiamato the silent flute che mio padre doveva fare prima della sua morte, su un ragazzo che trova se stesso grazie alle arti marziali. Quello è il tipo di feeling che mi piacerebbe condividere con il pubblico, così potrei farlo uno di questi giorni.

CY:

Cosa puoi dirci sul tuo prossimo film, il corvo ?

BL:

Sono molto felice di poter recitare in un fantasy thriller perché per me è un bel cambiamento. Interpreto un musicista rock morto che è stato assassinato e torno dalla tomba per trovare chi mi ha ucciso. Il film si basa sul fumetto di James O'Barr e la sua atmosfera mi ricordo un po Jacob's Ladder (allucinazione perversa). Anche se nel film ho alcune controfigure sono felice di fare qualcos'altro che l'azione. E' anche molto divertente perchè suono la chitarra molto pesantemente. Spero che le dita di Eddie Van Halen assomiglino alle mie. 


 
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